500 chili di tritolo esplodono sull’autostrada Trapani-Palermo, all’altezza di Capaci, spezzando la vita del magistrato Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Cosa Nostra, con questo atroce gesto, pensa di aver sconfitto definitivamente uno dei suoi più grandi nemici. 500 chili di tritolo, però, non sono bastati a spegnere la voce di Falcone. Il suo coraggio, la sua umiltà e la sua determinazione continuano a infiammare gli animi di milioni di italiani. A costo della vita, è riuscito a dimostrare che la mafia non è imbattibile, ma al contrario è vulnerabile, è processabile. La mafia è un mostro silente, essa si nutre del silenzio per andare avanti. Per combatterla e per sconfiggerla dobbiamo rompere questo silenzio, dobbiamo ricordare a gran voce Falcone, Borsellino e tutti coloro che hanno sacrificato tutto per indicarci la via da seguire e per permettere a tutti noi di non inginocchiarci più alle ingiustizie. “La mafia è un fenomeno umano, e come tutti i fenomeni umani anch’essa ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine” - Giovanni Falcone
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di Laura Sicilia![]() Sarajevo sotto assedio è la storia di un cane che gironzola fra i palazzi distrutti, di un uomo che cammina fra i ruderi di un treno, di un ragazzo che rovista fra i rifiuti cercando di accaparrarsi un po' di cibo, di un ospedale pieno di feriti. Ma è anche il calore di una domenica estiva passata fra le rive del fiume Milijaka, di due anziani che si abbracciano, di una festa per la riapertura di un giornale. I volti prosciugati e segnati dalla difficile scelta di rimanere nel proprio paese vedendolo sgretolarsi giorno dopo giorno. Fotogrammi di vita, di questa straordinaria macchina che continua anche sotto i bombardamenti. La quotidianità che cerca di farsi largo fra violenza e crudeltà, fra il freddo e la fame durante il più lungo assedio della storia del XX secolo. E forse è proprio questo il palliativo al dolore: attimi di normalità mentre si alza il volume della radio per non sentire il rumore delle bombe, mentre si va al mercato a fare la spesa sotto il tiro dei cecchini, dei fiori che crescono attorno alle macerie, del sorriso di un bambino che continua a giocare per strada mentre accanto passano i carri armati. Continuare ad essere umani durante un evento talmente disumano come la guerra. E allora uno scatto in bianco e nero potrà colorizzarsi, iniziando dal rosso, il colore dei papaveri. Clicca qui per modificare. di Maria Antonietta BruscellaChi l’avrebbe mai detto: così, comincio a riavvolgere il nastro, poco a poco, fotogramma per fotogramma, fin quando la pellicola non segna una data. Settembre 1939.
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