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Lunedì

18/4/2022

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di Maria Antonietta Bruscella
Ore 07:30, la sveglia. E già che ci sia una sveglia, la dice lunga, perché? Beh, vuol dire che il weekend è (di nuovo) solo un lontano ricordo. Ore 07:35, dopo il caffè doppio,  che oggi era più amaro del solito, sarà colpa del lunedì, guardi fuori nella speranza che almeno ci sia il sole (per i meteoropatici l’assenza di sole il lunedì è peggio di un analcolico il sabato sera). Ore 07:50, trascinando i piedi, provi a dare un senso lavorativo ad una giornata che avresti preferito passare a letto. Ma mica te la puoi prendere con il mondo, in fondo, è solo lunedì, cioè, il lunedì ha un protocollo di giornata di merda da rispettare, un protocollo ben rodato, aggiungerei.
Il lunedì è quel giorno della settimana in cui tutto sembra più difficile, in cui ognuno di noi si sente un po’ come Sisifo alle pendici della montagna troppo alta da scalare, in cui non ce n’è una che va per il verso giusto, il lunedì è quel giorno in cui, probabilmente, milioni di persone imprecanti un “è proprio lunedì”, gli attribuiscono l’origine di errori e imprevisti capitati. Bell’effetto placebo, sicuramente più valido di una Tachipirina 500 che, purtroppo, è efficace solo per la tosse, sì, quella vera, non quella dei tuoi pensieri.
"Ci vorrebbe una domenica pomeriggio per ogni lunedì che non ho saputo iniziare", qualcuno cantava, molti condividevano, pochi dissentivano. Io faccio parte di quei pochi. Io penso che ci vorrebbe un lunedì mattina per ogni domenica che non ho saputo apprezzare. Non la capisco questa esigenza della nostra società di demonizzare il lunedì, di vivere la domenica non perché si vuole viverla, ma solo perché il giorno dopo è lunedì.
Vi svelo un segreto: quell’illusione che tanto ci piace, quella del weekend stand-by, dove tutto fila liscio, dove le sveglie non sono puntate e i problemi non esistono, è solo un’illusione. Stand-by, vuol dire sospendere, mica risolvere: il lunedì è lì pronto che ti aspetta, con il conto in sospeso della settimana prima, tutti in fila.
Ma perché ci ostiniamo contro il lunedì? Perché tutti con sta storia che la domenica è sempre una splendida giornata, che “ah, t’immagini se fosse sempre domenica”, “eh la domenica non arrivano le mail”? Io la domenica non la sopporto. Mi sembra di andare alla fiera dell’ipocrisia, quella del va tutto bene, ma solo fuori, dentro no.
E vi dico una cosa, anzi, la urlo a gran voce: il lunedì è il giorno per ricominciare. L’avete mai pensato così il lunedì?
Il lunedì è l’inizio, il lunedì è la vita che nasce, il lunedì è il tempo di risorgere, di affrontare, di scalare quella montagna di problemi che, se va male, stai tranquillo, c’è un altro lunedì. Per me il lunedì ha un retrogusto di vita non vissuta, ma da vivere, per me il lunedì è il giorno in cui l’araba fenice risorge dalle ceneri e ce la mette tutta. E allora, anziché ritardare la sveglia, questo lunedì, alzatevi dal letto, allacciatevi le scarpe e uscite fuori ad affrontare il mondo, perché, anche se il sole non ci sarà,
​il lunedì mattina saprà sempre un po’ di libertà.
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